Il confinamento isola fisicamente l'area inquinata, ciò permette ai materiali contenenti amianto di non liberare nell’aria fibre cancerogene: ad esempio, nel caso di coperture in eternit, sopra alle lastre in amianto esistenti viene posta una nuova copertura. Questo metodo contiene i costi in quanto non viene effettuata la rimozione del vecchio manto di copertura, ciononostante l’amianto rimane in loco e i costi per lo smaltimento vengono solo rinviati il là nel tempo.
La bonifica per incapsulamento prevede un trattamento verniciante con materiali che ricoprono e inglobano l'amianto. L’incapsulamento deve essere periodicamente controllato per accertarsi che il film di prodotto applicato non venga danneggiato o alterato nel tempo per la normale esposizione agli agenti atmosferici. In caso di alterazione è necessario intervenire tempestivamente con nuove applicazioni. L'obbligo di manutenzione comporta una serie di spese protratte nel tempo quindi, dal punto di vista economico, la bonifica per incapsulamento è dispendiosa e non definitiva in quanto l’amianto prima o poi dovrà comunque essere rimosso.
La bonifica per rimozione rappresenta la soluzione “definitiva”: a volte l'unica possibile, nei casi di degrado incipiente. Per amianto a matrice compatta si intendono lastre eternit, piastrelle in vinil amianto, tubazioni e sfiati, pannelli isolanti, vasche e altri manufatti prodotti nel passato utilizzando il versatile cemento-amianto.
I materiali rimossi vengono smaltiti presso discariche autorizzate come prevede il Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152 "Norme in materia ambientale"; a seguito della bonifica e del conferimento EDIL AMBIENTE provvede a certificare l’avvenuto smaltimento.
Per la rimozione di manufatti in amianto friabile le procedure operative sono più complesse in quanto gli elementi da bonificare si trovano prevalentemente all’interno degli edifici e la matrice che ingloba le fibre si può sfaldare al semplice tocco.
Durante le operazioni la zona dello stabile oggetto di bonifica viene confinata per limitare la dispersione delle fibre di amianto che si liberano durante le fasi di bonifica alla sola area di intervento. Il confinamento statico/dinamico garantisce l’assoluta impossibilità che l’aria contaminata entri in contatto con l’ambiente esterno. Dopo l’allestimento del confinamento, e prima di eseguire i lavori di bonifica, l’organo di vigilanza competente per il territorio effettuerà un collaudo tramite prova di tenuta per assicurarsi dell'efficacia del confinamento allestito sul cantiere di bonifica. A lavori ultimati lo stesso organismo eseguirà anche monitoraggi in SEM (microscopia elettronica a scansione) per autorizzare la rimozione del confinamento e certificare la restituibilità della zona bonificata e ripulita.